


Lo psicodramma elettorale calabro sembra giunto dunque al termine. Roberto Occhiuto è stato ufficialmente proclamato Governatore della Regione Calabria per la seconda volta, unico ad esserci riuscito finora dacché esiste l’ente regionale.
Uno psicodramma iniziato in piena estate col colpo di mano presidenziale, le dimissioni lampo occhiutiane che hanno costretto il centrodestra ad inseguire il governatore uscente al quale stavano già pensando di fare le scarpe, e conclusosi con l’impari lotta fra la corazzata delle preferenze e la gioiosa macchina da guerra guidata da Tridico che sulla carta doveva riaccendere l’entusiasmo dei delusi non votanti e che invece è stata parcheggiata a bordo strada e lasciata lì dal suo pilota.
E se per Occhiuto adesso si apre il fantacalcio partitico in base a cui dovrà formare la sua Giunta e assegnare deleghe e presidenze di commissione dall’altra parte si è aperta una fase di lancio politico dal monte Taigeto.
Mentre Tridico, a quanto pare, ha fatto talmente tanta indigestione di roba calabrese da essere portato a scegliere il più sobrio e leggero cibo di Bruxelles, le diverse centinaia di anime del centrosinistra calabrese hanno incominciato circa quindici secondi dopo il termine dello spoglio a lanciarsi accuse incrociate sul perché della barbina figura, sulle pecche, i nomi sbagliati, le strategie.
Magari il totonomi esasperante non ha aiutato, e neanche l’aver scelto all’ultimo momento uno dal buon cv ma dalla praticamente inesistente attinenza con la politica calabrese sembra aver convinto gli elettori che dietro ci fosse una strategia e non un conglomerato assemblato in fretta e furia. E deve far riflettere, e non poco, il fatto che dei quattro capigruppo di opposizione della scorsa legislatura ne sia stato riconfermato solo uno (Laghi) e gli altri tre rimandati a casa (Bruni, Tavernise, Lo Schiavo), anche se a quanto mi dicono c’è chi sta festeggiando da settimane l’esclusione dal Consiglio come se avesse vinto la Champions.
Sarà il momento dei rottamatori? Sui media imperversano sindaci e sindachetti che cercano di conquistare gloria sui resti dei caduti sul campo di battaglia politico, ma d’altronde è sin troppo facile costruire consenso sulle macerie di quelli che ci hanno almeno messo la faccia. Dopo la proclamazione di tutti gli eletti ci sarà l’opposizione in consiglio regionale e l’opposizione sui social e sui media, che farà a sua volta opposizione ad Occhiuto e anche alla minoranza. Il guaio è che in mezzo ci sono cittadini che vedono ormai il voto come una perdita di tempo, e di certo non diminuiranno. Anzi.
-Il Pittulo





