Carcere duro fino a tarda notte.
Con una lunga nota pubblicata agli aggiornamenti della “Freedom Flotilla Coalition e alla Thousand Madleens Flotilla, si apprende che gli avvocati di Adalah hanno fornito consulenza legale a circa 100 dei 145 volontari partecipanti che si sono imbarcati per portare aiuti umanitari sulla Striscia di Gaza.
“Le navi però sono state illegalmente intercettate dalle forze navali israeliane in rotta verso Gazaprime e rimorchiate al porto di Ashdod”.
Di lì la maggior parte dei partecipanti alla flottiglia globale di Sumud, sono stati trasferiti alla prigione di Ktzi’ot, conosciutissima per le condizioni dure e abusive nei confronti dei detenuti.
Per questi motivi cresce fortemente la preoccupazione per Vincenzo Fullone e per tutte le persone che, in questo momento, si trovano arrestate.
Infatti alcuni imbarcati alla Flotilla, hanno riferito di “abusi fisici, umiliazioni e trattamenti disumani durante e dopo l’intercettazione inclusi calci, schiaffi, strappamenti per i capelli o afferramenti aggressivi da parte dei soldati”.
“Alcuni sono stati costretti a posizioni stressanti, incluso essere costretti a inginocchiarsi per ore con la testa abbassata e le mani legate dietro la schiena, o a sedersi in ginocchio per periodi prolungati, in alcuni casi mentre erano esposti al sole”.
Altri imbarcati hanno invece riferito di essere stati derisi, insultati e costretti a ripetere dichiarazioni degradanti, comprese dichiarazioni di amore per Israele o denigrazione dei propri paesi.
Cresce fortemente la preoccupazione per il “Crosiota” Vincenzo Fullone che pure si era imbarcato sulla Flotilla.
L’attivista di Crosia, infatti, è iscritto sulla black list del governo di Netanyahu da quando, una decina di anni fa, aveva aperto un’agenzia di comunicazione a Gaza con altre persone: Fullone, dei tre, è l’unico sopravvissuto. “Tutti i suoi compagni sono stati uccisi da Israele”.
(Foto Sonia Golemme)
-Il Pittulo
